Personalmente trovo che uno dei più grandi punti di forza della Nintendo Switch sia l'enorme numero di remaster e porting di qualità di titoli dell'epoca d'oro PS1/PS2 e GameCube.
Nonostante alcuni titoli noti siano assenti (es: Skies of Arcadia), per i fan dei JRPG queste riedizioni rappresentano una sorta di rivisitazione neoclassica del genere.
Baten Kaitos I & II HD Remaster, contiene il primo titolo “Baten Kaitos: Eternal Wings and the Lost Ocean” e il secondo “Baten Kaitos Origins”.
Mentre Origins è un prequel inedito nel vecchio continente Eternal Wings era stato distribuito anche in Europa e contiene i testi in varie lingue compreso l'italiano.
Una differenza notevole dalla loro edizione originale è la mancanza del doppiaggio in lingua inglese che, nonostante fosse poco apprezzato dai giocatori dell'epoca, avrei personalmente preferito al doppiaggio giapponese, in quanto non essendo pratico di questa lingua ostacola il mio coinvolgimento.
Queste remaster offrono oltre a vari ritocchi grafici anche delle funzioni moderne già viste in altre riedizioni dei titoli SquareEnix: delle “quality of life” che sembrano quasi cheats, come la possibilità di saltare gli scontri o rendere le battaglie automatiche (tanto varrebbe non giocare a un JRPG).
Eternal Wings dal punto di vista delle idee è un gioco molto innovativo. Oltre a presentare un'ambientazione composta da isole volanti (un assaggio di quello che sarà Xenoblade 2) il suo sistema di combattimento e molti elementi della storia si basano su carte da gioco chiamate “Magnus” utilizzate quotidianamente dalla popolazione delle isole per contenere e trasportare oggetti, cibi, armi (in Origins persino emozioni).
Oltre ai Magnus che verranno usati fuori dal combattimento per trasportare gli oggetti di missione necessari a risolvere i puzzle nei dungeon o quest secondarie, i nostri personaggi avranno a disposizione un mazzo di Magnus da personalizzare e usare in combattimento. Questo contiene il loro equipaggiamento, le loro abilità, magie, reliquie e altri oggetti davvero singolari da usare in battaglia come uova, semi, frutta, o addirittura quadri. Un altro aspetto particolare è l'utilizzo dello scorrere del tempo da parte degli sviluppatori per fare “evolvere” i Magnus.
Infatti, nonostante siano all'interno di una carta, gli oggetti non sono immuni allo scorrere del tempo: in un'ora di gameplay la frutta potrebbe marcire o le uova potrebbero schiudersi o il latte diventare yogurt. Questo cambiamento modifica le caratteristiche dei Magnus che possono diventare più potenti o più deboli.
Un aspetto di gameplay interessante dei Magnus è la possibilità di crearne di nuovi utilizzando delle specifiche combo in battaglia (SP Combo). Ad esempio lanciando nello stesso turno il vino e la magia del fuoco nascerà il nuovo Magnus “vino riscaldato”.
Il combattimento infine si suddivide in turni di attacco e difesa. Dovremo giocare carte offensive (armi, magie, oggetti che causano stati alterati) o difensive (cure, buff alle statistiche) nel turno del nostro personaggio, e usare carte difensive di risposta (armature, elmi, scudi) quando veniamo attaccati nel turno del nemico.
Queste lunghe catene di carte, che non faranno che aumentare salendo di livello, svuoteranno il mazzo dei nostri personaggi (anche la mano di carte dei personaggi è influenzata dal livello) che verrà rimescolato facendoci perdere un turno (questa cosa vale anche per i nemici).
L'aspetto più singolare di Baten Kaitos è senz'altro la sua ambientazione. Il gioco si svolge su cinque isole che presero il volo mille anni fa in seguito alla Guerra degli Dei. La maggior parte degli abitanti di queste isole può far spuntare dalla schiena un paio di ali chiamate Ali del Cuore, eredità dei loro antenati, con cui possono volare per brevi tragitti.
Il nostro protagonista, Kalas, è particolare in quanto ha una sola ala biologica e una artificiale, un regalo di suo nonno. Seguendo la sua sete di vendetta, Kalas conoscerà gli altri membri del party e viaggiando con loro per le varie isole cercherà di ostacolare le brame di potere dell'Imperatore Geldoblame.
Come giocatore, vestiremo i panni di uno spirito incorporeo che comunicherà direttamente con Kalas, quest'ultimo si rivolgerà spesso a noi per tutto il corso della storia facendoci domande sul come procedere o chiedendoci la nostra opinione, le nostre risposte non porteranno solo a dei dialoghi diversi con Kalas ma andranno a influenzare anche una statistica segreta importante per la chimica dei combattimenti.
Purtroppo per quanto mi riguarda non c'è molto altro da dire. La storia di Baten Kaitos non decolla mai veramente e non riesce a dare abbastanza spazio ai personaggi secondari. Questo fino ad un certo punto della storia, in cui viene tirato fuori dal cilindro quello che probabilmente è uno dei migliori plot twist della storia del genere, che purtroppo avrà una risoluzione troppo di comodo che porterà ad un ultimo atto molto stanco che si trascinerà fino a un finale dal sapore agrodolce.
I personaggi del party ricevono per fortuna un po' di costruzione nelle loro quest secondarie. Queste sono accessibili solo nell'ultima parte del gioco, ma mettono una pezza a mancanze narrative che sarebbero state altrimenti imperdonabili, soprattutto considerando che parliamo delle persone responsabili di titoli come Xenogears e Xenoblade Chronicles.
Inoltre Baten Kaitos Origins, essendo un prequel avvalora moltissimo alcuni membri del party e persino alcuni antagonisti dando tutto un altro spessore a Eternal Wings, infatti personalmente consiglierei di giocare prima Origins.
Anche la storia d'amore tra i due personaggi principali è molto forzata e raffazzonata, unilaterale per tre quarti di gioco per poi diventare centrale senza la dovuta costruzione e motivazione, Final Fantasy VIII e Final Fantasy X rimangono i maestri nello sviluppo di una storia d'amore che sia il fulcro dell'intero gioco.
L'immaginario delle isole che visiteremo durante i nostri viaggi è trasognante, Baten Kaitos offre dei paesaggi da sogno che ricordano dei dipinti: dalle splendide giungle e foreste agli scenari completamente surreali dell'isola di Mira, per poi passare al brutalismo steampunk di Mintaka. Anche il vestiario degli abitanti, gli arredamenti, gli usi e costumi sono molto vari e fantasiosi, da questo punto di vista il gioco fa un lavoro impeccabile e memorabile.
Anche le musiche sono molto belle e ben studiate, anche se per un gioco così lungo sono davvero poche e tendono a ripetersi. Anche tracce molto orecchiabili rischiano di diventare un tormento (vero Anuenue?). Alcune di queste, come se non bastasse, le ritroveremo persino in Origins.
I Dungeon sono hit and miss. Alcuni sono caratterizzati da puzzle frustranti, altri sono più di passaggio. Sono tutti comunque molto belli da vedere ed esplorare.
Ottime le quest secondarie in stile collect-a-thon. Sia l'albero genealogico, che gli animali che le costellazioni sono molto appaganti da completare.
Una nota negativa è il sistema economico del gioco. L'unico modo per fare veramente soldi nel corso della partita è fotografare mostri e boss per poi vendere le foto ai negozianti (dopo che passato un po di tempo si è sviluppata), questo richiede l'utilizzo del Magnus macchina fotografica durante un azione di attacco in battaglia. Il problema però è che alla fine dello scontro possiamo tenere un solo oggetto del bottino tra magnus lasciati dal mostro, foto e magnus generati dalle SP Combo. Questa scelta scellerata costringe spesso ad optare per un oggetto raro piuttosto che la foto. Questo costringe a dover ricombattere lo stesso mostro per fotografarlo nuovamente per poter guadagnare soldi e sbloccare il relativo achievement.
Inoltre sono presenti alcune scelte di gameplay molto discutibili, come backtracking forzato e boss da affrontare più volte consecutive senza una vera motivazione o addirittura variazioni di strategia in akcuni casi, scelte che spezzano molto il ritmo.
Essendo un gioco pubblicato dalla allora Namco sono anche presenti diversi easter egg molto divertenti a tema Pac-Man.
Per concludere, ho trovato “Baten Kaitos Eternal Wings” un JRPG discreto, con ottime idee ma con molte lacune dal punto di vista della storia e dello sviluppo dei personaggi.
L'esatto contrario di Baten Kaitos Origins, dove ho odiato il combattimento ma ho adorato storia e personaggi. Entrambi i giochi hanno comunque dalla loro un immaginario splendido.
Se la parte che preferite di un JRPG è quella narrativa, vi consiglio di giocare prima Origins per poi passare ad Eternal Wings. Sia la storia che l'ambientazione ne avranno molto da guadagnare.
WarioPunk
GRAFICA 85/100
L'immaginario del gioco è bellissimo, quasi pittorico, i modelli 3D sono di alta qualità e anche i Magnus hanno una varietà enorme di icone diverse.
SONORO 75/100
Non posso giudicare il doppiaggio giapponese non conoscendo la lingua e il famoso doppiaggio inglese non è presente in questa versione, il voto si basa sulla colonna sonora che pur essendo di qualità presenta pochi pezzi ripetuti fino allo sfinimento (anche nel secondo gioco).
GAMEPLAY 80/100
Come JRPG dei suoi tempi si difende bene anche ai giorni nostri. Il sistema dei Magnus è una ventata di aria fresca che nel suo insieme funziona anche per un gioco così lungo. Alcuni dungeons non sono proprio il massimo e ci sono varie scelte di gameplay frustranti.
STORIA 70/100
Manca una vera direzione per gran parte del gioco, i sentimenti dei protagonisti sono esplorati solo raramente mentre i comprimari sono relegati a pochi momenti opzionali, nonostante un colpo di scena geniale la storia non decolla mai.
LONGEVITÀ 90/100
Personalmente sono contrario ai JRPG che durano 100 e passa ore, trovo che il giusto compromesso perchè la storia rimanga coinvolgente sia tra le 35 e massimo le 50 ore. Baten Kaitos rientra in questa categoria dedicandosi solo alla storia principale. Tuttavia ci sono molti achievement disponibili come la possibilità di fotografare tutti i mostri, collezionare tutti i Magnus o sbloccare tutte le SP Combo, quindi c'è pane anche per i denti dei perfezionisti più incalliti (buona fortuna senza una guida)
VOTO FINALE 80
Sicuramente non uno dei migliori JRPG di tutti i tempi, nonostante alcuni passi falsi nella narrazione e nel gameplay, uno stile grafico eccezzionale e meccaniche nuove e funzionali riescono a dar lustro a Baten Kaitos che merita sicuramente di essere ricordato e rigiocato ancora oggi.
Questa recensione è stata pubblicata anche sul numero 51 di RetroMagazine World
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