giovedì 11 settembre 2025

Recensione Baten Kaitos: Origins Remastered

 


Dopo aver parlato della prima metà di Baten Kaitos I & II HD Remaster, passiamo al secondo gioco di questa compilation, il sequel/prequel Baten Kaitos Origins.

Mentre in Giappone è uscito con il titolo di Baten Kaitos 2, in America (per anni è rimasto inedito per noi europei) venne chiamato Origins per chiarire da subito il fatto che si trattava di un prequel, il gioco è ambientato infatti venti anni prima degli eventi di Eternal Wings, curiosità vuole che sia anche l'ultimo gioco di Monolith prima di essere acquistata da Nintendo (che infatti fu il publisher di questo gioco al posto di Namco).

Anche Origins, in questa remaster, è privo del suo doppiaggio inglese (sentendo le opinioni di chi giocò all'originale era leggermente superiore a quello di Eternal Wings), inoltre dato che a suo tempo non uscì nel vecchio continente contiene i testi solo in inglese; questa cosa creerà un po di confusione se si ha giocato a Eternal Wings in italiano perchè alcuni termini chiave della storia erano stati riadattati con qualche piccola licenza.

 


 

Il protagonista di questa storia è Sagi, un ragazzo cresciuto in un orfanotrofio che si è arruolato nell'esercito imperiale di Alfard per contribuire al mantenimento della struttura che lo ha cresciuto, tuttavia il giovane Sagi fa subito carriera ed entra nella Dark Service; il corpo segreto di elite fondato dal ministro Baelheit.

La promozione di Sagi è principalmente merito del suo automa da combattimento Guillo, che a differenza degli altri usati dall'impero possiede il libero arbitrio e sembra frutto di una tecnologia ormai perduta.

I due protagonisti saranno coinvolti in un evento inaspettato che li costringerà a visitare (per noi rivisitare) le isole volanti del mondo di Baten Kaitos, ma non saranno soli perchè a loro si unirà un terzo personaggio.

Ancora una volta noi giocatori vestiremo i panni di uno spirito, come Kalas infatti anche Sagi è uno Spiriter e può creare legami con queste entità mitiche, durante il gioco Sagi si rivolgerà spesso a noi chiedendo la nostra opinione e come nel gioco precedente le nostre risposte andranno a incidere su una statistica segreta che può sbloccare anche cutscene segrete.

 


Una delle differenze principali tra i due titoli è appunto che il party sarà sempre composto dagli stessi tre personaggi, una scelta ottima per lo sviluppo di questi ultimi, che saranno sempre presenti e avranno sempre voce in capitolo durante lo svolgersi della storia; ma che a mio parere renderà meno interessante il combattimento.

Prima di parlare del combattimento, ancora una volta basato sulle carte, parliamo di come è stato migliorato in generale il sistema dei Magnus.

I Magnus, le carte in cui si possono imprigionare oggetti, cibi, armi, emozioni... per poi essere liberati all'occorrenza, sono uno degli elementi principali di questo universo e in Origins non solo la loro esistenza viene spiegata meglio che in Eternal Wings ma diventano protagonisti di molti più aspetti del gameplay.

Innanzitutto Sagi parte già con un numero elevato di Magnus vuoti e ne riceverà sempre di più durante il gioco per un totale di ventiquattro, contro gli otto massimi di Kalas nel gioco precedente, questo ridurrà di molto il backtracking per ottenere Magnus da far invecchiare (se non avete letto la recensione recedente, i Magnus con il passare del tempo di gioco possono cambiare forma ad esempio il latte diventa yogurt) ma permette anche di gestire più quest secondarie contemporaneamente.

I Magnus che si utilizzano fuori dalla battaglia ora hanno anche altri due utilizzi, possono essere mixati tra loro per ottenere nuovi Magnus (possiamo sperimentare alla cieca o utilizzare ricette che possiamo trovare durante il gioco) oppure possono essere utilizzati in alcuni negozi per potenziare armi e armature per aumentarne le statistiche o donargli proprietà elementali.

I Magnus utilizzabili in combattimento invece possono essere scambiati per ottenere nuovi Magnus rari o non ancora disponibili nei negozi tramite degli NPC presenti in quasi ogni città con un minigioco di trattative.

 


Ora passiamo a quella che per me è una nota dolente, il nuovo sistema di combattimento.

Il combattimento in Origins è molto più frenetico che nel suo predecessore ed è basato su un unico mazzo condiviso da tutti e tre i personaggi, il mazzo di 50 Magnus da cui andremo a pescare infatti contiene sia carte personali utilizzabili solo dallo specifico personaggio (abilità e potenziamenti) sia dei nuovi Magnus attacco generici chiamati I, II e III che vanno a fare da motore per le combo di tutti.

La fase id attacco di un personaggio in Origins può iniziare utilizzando un equipaggiamento (arma o armatura con numero di utilizzi limitato e che sostituisce quello già equipaggiato se presente) per poi passare alla serie di attacchi in sequenza crescente, se possibile partendo dall'attacco nominato I, perchè non è possibile scendere di grado successivamente ed il numero di attacchi aumenta la barra LV che permette di usare i Magnus attacco speciale del personaggio in uso.

Inoltre con gli LV carichi se si hanno le giuste carte in mano sarà possibile collegare gli attacchi speciali di un personaggio in riserva con quello attivo creando combo molto lunghe e potenti.

I Magnus curativi e di supporto non sono più cumulabili e utilizzati in sequenza, una volta scelto quel determinato Magnus avviene il turno del personaggio.

Anche in difesa non dovremmo più cumulare più Magnus armatura possibile durante le combo nemiche, l'unico nostro scudo può essere un equipaggiamento difensivo già equipaggiato in un turno precedente.

 


Infine le tre grandi migliorie dal punto di vista del gameplay, la prima e forse più importante la possibilità di scartare carte dalla mano per ripescarne altrettante (numero che incrementa nel corso del gioco), nel gioco precedente infatti era facilissimo ritrovarsi con delle mani inutilizzabili e si poteva “sprecare” solo una Magnus alla volta perchè il turno in questo modo finiva immediatamente.

Le altre novità riguardano la fine degli scontri, ora i personaggi livellano automaticamente una volta raggiunta la quantità di punti esperienza richiesti senza dover passare dal Tempio e finalmente otteniamo soldi da ogni scontro (basta fotografie).

Nonostante le tante migliorie di contorno però non sono un fan del combattimento di questo titolo, troppo frenetico per i miei gusti, preferivo avere un mazzo per personaggio e gestire a mio piacimento i ruoli di supporto.

Se vi piace la difficoltà sappiate che i boss in Origins sono molto più spietati, sarà necessario allenare i riflessi e creare strategie veloci con carte che si riciclano in fretta, in alcuni casi anche creare deck alternativi per il boss specifico.

Parlando della parte esplorativa, visiteremo molti luoghi già visti in Eternal Wings (ma venti anni prima) più diverse nuove locazioni che riprendono lo stile grafico pittorico e favolesco dell'universo di Baten Kaitos, sarà possibile anche visitare un'arena dove affrontare diverse combinazioni di match, sfide gauntlet e riaffrontare i boss più forti della storia.

 


Il comparto sonoro, tralasciando il doppiaggio giapponese che non posso giudicare, è quasi totalmente riciclato dal gioco precedente, con tracce sì di qualità ma ancora una volta riproposte in maniera eccessiva.

Ci sono ancora alcuni momenti tediosi nel corso della trama, tuttavia una novità che aiuta molto il gioco è la possibilità di “sprintare” utilizzando le Ali del Cuore, questo oltre ad attraversare le città più velocemente ci aiuterà anche a schivare i mostri nei dungeon, tuttavia non va abusato perchè se svuotiamo l'indicatore delle Ali, Sagi dovrà fermarsi a riprendere fiato e verrà raggiunto dia mostri.

Origins brilla sicuramente sotto due aspetti, la trama e lo sviluppo dei personaggi.

La storia principale di Origins è molto interessante e molto più diretta di Eternal Wings dove i nostri protagonisti non sono mai molto convincenti, l'obbiettivo di Sagi e amici è chiaro, gli antagonisti funzionano e i colpi di scena non mancano.

I tre personaggi principali sono fantastici, sono tutti amabili e hanno i loro momenti per brillare all'interno della storia e anche molti personaggi che conosceremo venti anni dopo in Eternal Wings vengono sviluppati molto meglio in Origins dando tutt'altro spessore alla loro versione futura.

 

 

Leggo in rete che molti dicono di giocare prima ad Eternal Wings perchè Origins è nato in un secondo momento e non è stato pensato già durante lo sviluppo del suo predecessore (a differenza ad esempio dei DLC di Xenoblade 2 e 3) ma mi sento di consigliare a tutti di giocare prima ad Origins perchè sono veramente tanti gli aspetti della storia di Eternal Wings che ne hanno da guadagnare.

WarioPunk

GRAFICA 85/100

Ritroviamo lo stesso immaginario del gioco precedente con anche nuove locazioni sempre molto belle e suggestive.

SONORO 70/100

Stessa colonna sonora di qualità ma con pochi pezzi nuovi e troppe tracce riproposte.

GAMEPLAY 80/100

Il voto rimane stabile con Eternal Wings perchè quello che toglierei per il sistema di battaglia lo riguadagna per i miglioramenti nella gestione dei Magnus e nell'esplorazione.

STORIA 80/100

La trama è molto più diretta e intrigante, tanti aspetti fondamentali come le origini dei Magnus, Le Ali del Cuore e la Guerra degli Dei vengono finalmente approfonditi.

Il party ha una chimica perfetta e i personaggi di Eternal Wings che compaiono anche in Origins guadagnano tutt'altro spessore.

LONGEVITÀ 90/100

Anche Origins dura tra le 30 e le 50 ore a seconda delle quest secondarie che decidiamo di intraprendere, sicuramente l'arena è la più appagante e si può considerare come parte della storia stessa.

VOTO FINALE 85

Come gioco ho preferito Origins a Eternal Wings perchè la trama e lo sviluppo dei personaggi sono per me gli aspetti fondamentali di un Jrpg, Guillo è probabilmente il miglior personaggio “automa” del genere. Se non fosse che il combattimento proprio non mi è piaciuto ed più volte durante la partita ho dovuto usare degli escamotage per battere dei boss ostici, direi che è nettamente superiore a Eternal Wings; invece trovo che la cosa migliore si considerarli come due parti dello stesso prodotto e come detto in precedenza consiglio di giocare prima Origins.

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